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lunedì 5 dicembre 2011

The Walking Dead - II Stagione

*Prima di cominciare la lettura consiglio la visione delle puntate della seconda stagione.

Sfrutto la pausa della seconda stagione di "The Walking Dead" per buttar giù quattro acide sentenze sull'amatissima serie drama/horror zombesca.
Al termine della prima stagione avevamo lasciato i nostri eroi con la bella esplosione del CDC che spazzava via molte delle speranze di trovare una cura alla pandemia che trasforma i morti in non morti. Da lì ricomincia il cammino del gruppo, con direzione Fort Benning, in cerca di nuove possibilità di sopravvivenza. Durante il viaggio, però, una serie di sfortunati eventi(t'oh! c'è da aspettarselo) rallentano di molto il passo: Sophia, la figlia di Carol, si perde tra i boschi(colpa di Rick) e cominciano estenuanti e infruttuose ricerche; Carl il figlio della coppia più scoppiata della terra, Rick - Lori, viene casualmente ferito da un colpo di fucile, e per questo rischia di morire.
Il gruppo è costretto a deviare il percorso verso l'accogliente fattoria di Hershel, il veterinario che proverà la complicata operazione, non prima che Shane e lo sfortunato Otis vadano a prendere gli strumenti necessari. Non mi spingo oltre con la trama in quanto a me personalmente annoia, e soprattutto, come detto sopra, spero che chi sta leggendo abbia già visto le puntate in questione.
Se partiamo dalla fine credo che l'ottima ultima puntata, con pathos e sorpresina compresa, è servita a metter un pò di sporcizia sotto il tappeto, nascondendo quindi parte delle magagne della seconda stagione. Ma niente di nuovo, perchè più o meno sono le stesse magagne che già si notavano nella prima: un'eccessiva lentezza, un'irritante mancanza di azione, e la paura... non la nominiamo neppure!!
Va bene questa sorta di "sociologia della sopravvivenza" che deve essere mostrata e approfondita, ma si sta tirando un pò troppo la corda con dialoghi lunghissimi e sterili che non portano da nessuna parte. E' pur vero che a Darabont non si chiede di fare il Romero di turno, ma un pò di audacia registica servirebbe come il pane in una serie che in ogni caso piace per l'ottima resa visiva e il buon cast.
Quanto al cast, è migliorata sensibilmente la cura dei personaggi, in particolare quelli secondari, che intraprendono percorsi autonomi nella storia. E' il caso del rapporto "particolare" tra l'anziano Dale e la lunatica Andrea, o il simpatico americancoreano Glenn che cade in love con chi non dovrebbe, ma soprattutto Daryl lo scorbutico dal cuore, sotto sotto, buono che si disegna addosso, sempre di più, il ruolo di antieroe.
A proposito di antieroi come non citare Shane, l'anima nera, il vero cinico bastardo della serie, che fa da contraltare negativo allo smunto presunto protagonista Rick, che, appesantito dal fardello di dover mostrare la faccia buona e magnanima di questa strenua lotta per la sopravvivenza, finisce per appiattirsi nel ruolo del felice e cornuto maritino della snervante gatta morta, e sepolta, impersonata da Lori.
Infine viene da chiedersi che fine abbiano fatto i veri protagonisti della storia: i walkers, gli erranti, gli Zombie! Quelli che un tempo erano tra le maschere più interessanti e politicizzate del Cinema horror adesso appaiono soltanto come dei goffi bersagli in movimento, privi di verve, affatto temibili, e semplici comprimari nella serie, più drama che horror, firmata da Frank Darabont.



Scheda Serie Tv

Anno e Nazione: 2011, USA

Adieu

giovedì 10 novembre 2011

Zombie Of Mass Destruction

In una tranquilla e ridente cittadina americana la vita scorre serena: il reverendo recita noiose messe, il sindaco conservatore teme la sfida elettorale con una frikkettona pacifista riformista, un ristoratore iraniano con figliola occidentalizzata combatte i pregiudizi sulle sue origini, e un ragazzo gay crede che fare outing agli occhi della madre sia la cosa più complicata al mondo. Ah dimenticavo la family very USA(forse...) guidata da un padre a dir poco sopra le righe.
E fu così l'undicesimo o dodicesimo giorno Dio(o chi per lui) creò le zombies-comedy! Magari si sarà preso il suo tempo ma senza dubbio l'attesa che il Siùr ci ha riservato non è stata affatto vana. "Zombie of Mass Destruction" è l'ennesimo predestinato cult di questo genere ibrido che detto come noi gggiovani "spacca davvero i culi".
Un film che ha pochissimo da invidiare al maximum "L'alba dei morti dementi" e che, a mio avviso, supera il contemporaneo "Zombieland"(non mi hanno convinto alcune cose ma credo che ci tornerò).
L'umorismo messo in scena da Kevin Hamedani, per quanto irriverente, appare verosimile nel descrivere una società americana omofoba e xenofoba come non mai. La lettura seriosa del non morto meno pericoloso dell'umano qui viene rivisitata ironicamente, e ampliata: il contagio accolto come nuovo september eleven è una chicca, come l'esilarante test di americanismo, senza dimenticare la coppia gay sottoposta alla cura di "Arancia Meccanica" per redimersi. Inoltre consiglio vivamente di guardarlo in lingua originale con sottotitoli per poter gustare degli ottimi giochi di parole.
La bravura di Hamedani sta anche nel non occuparsi soltanto di far ridere ma di rendere il tutto credibile, come un vera pellicola horror zombesca che si rispetti. I versamenti di sangue, spappolamenti vari, e inseguimenti adrenalinici non mancano, e hanno quella fattura un pò grezza da vero b-movie del genere.
Eppoi il finale pessimistico e cinico su un'America che, nonostante l'apocalisse, non cambi di una virgola rende il tutto un perfetto stile Romero, a riguardo state attenti alle frikkettona!
Tutto è talmente esplicito che dilungarsi in noiose disquisizioni sulla natura delle critiche che il regista fa alla società americana non renderebbe giustizia ad un lavoro innovativo, fresco, citazionista come piace a me, e maledettamente geniale.



Scheda Film

Anno e Nazione: 2009, USA

Adieu

venerdì 21 ottobre 2011

L'Alba Dei Morti Viventi

"Quando all'inferno non ci sarà più posto, i morti cammineranno sulla terra!"

Questo mi mancava. Proprio così, non so per quale motivo ma il remake del secondo capitolo della saga dei morti viventi di Romero lo avevo proprio ignorato. Ma siccome il tempo a volte cura anche queste magagne eccomi qui a parlare de "L'alba dei morti viventi" di Zack Snyder.
Riguardo alla trama non voglio tirarla troppo per le lunghe: la solita epidemia trasforma i morti in non-morti affamati di carne umana, e sin qui non ci piove. L'infermiera Ana, dopo esser sfuggita al tentativo di attacco da parte del marito zombie, e dopo una serie di scene piuttosto movimentate, finisce per rifugiarsi in un mega centro commerciale insieme ad un altro gruppo di desperados. Le vaste opportunità di sopravvivenza che può offrire un'ospizio del genere vengono sfruttate dai nuovi inquilini per riuscire a sopravvivere senza grandi problemi. Quando però l'assedio da parte dell'orda di non morti si fa troppo oppressiva non rimane che fuggire ancora una volta.
Per cominciare è giusto che esprima il mio parere sui remake: se non c'è niente di nuovo o di interessante da proporre credo che non ci sia motivo per togliere la quiete ai defunti. Nonostante questo ammetto di aver accolto con favore il fedele remake di "Non aprite quella porta" e l' "Halloween" più personale di Rob Zombie. Il film di Snyder è di quel periodo, e rimane in linea con il genere, non troppo fedele all'originale ma nulla di troppo rivoluzionario.
Siamo lontani dai messaggi anarchici e pessimisti che il vecchio Romero lanciava tramite i suo zombie, sguardi acidi gettati su un'umanità sempre più cieca e massificata. E proprio il grande mall (per dirla inglish) dell'originale di Romero, in cui i sopravvissuti si rifugiavano e i non morti si accalcavano, nel remake di Snyder perde la radicalità simbolica che aveva negli anni 70'.
I tempi sono cambiati, il mall non è più il simbolo del capitalismo massificante, o quantomeno lo è sempre ma in forma annacquata. E siccome adesso siamo nel millennio successivo lo stesso mega centro commerciale diventa il luogo in cui i sopravvissuti, come catapultati in un enorme "The Sims", sperimentano forme di convivenza in tempi di catastrofe, e quindi: si mangia, si dorme, si fa sesso, si litiga, si gioca e si instaurano nuove forme di socialità.
Ecco questa è la particolarità del remake firmato da Snyder, che resosi mestamente conto dell'inutilità di ampliare l'immaginario dei suoi zombie, che corrono come in 28 giorni dopo e sono stupidi come sempre, di converso amplia quello sugli umani alle prese con i non morti. Alla fine il giochino funziona pure abbastanza bene, magari le storielle personali non sono niente di mai visto, ma in particolare la relazione a distanza da tetto a tetto mostra spunti interessanti. Per il resto tutto inizia e finisce come in tanti, quasi tutti, i film del genere, che il regista omaggia con qualche cameo da aficionados, su tutti Tom Savini(storico truccatore di Romero) e Ken Foree(tra i protagonisti dell'originale). Infine piccola citazione per l'intro ma soprattutto per il neonato zombie, una zozzeria che mi è piaciuta tantissimo!!

Scheda Film

Anno e Nazione: 2004, USA

Adieu

martedì 11 ottobre 2011

L'Alba Dei Morti Dementi - Shaun Of The Dead

Facendo il verso ad un famoso testo potremmo dire: "L'amore ai tempi degli Zombie", questo è ciò che viene da pensare guardando il film di Edgar Wright "L'alba dei morti dementi"(titolo alquanto stupido, ma in linea con le pessime abitudini italiane!). Per farvi un'idea pensate un pò alla situazione: siete dei quasi trentenni cronicamente immaturi, il vostro migliore, e ancora più immaturo, amico bivacca in casa vostra con la leggiadria di un ippopotamo in uno stagno, la vostra fidanzata al contrario ha la testa fin troppo sulle spalle, e come se non mancasse non accettate il rapporto di vostra madre, vedova, con il severo compagno, e dulcis in fundo lavorate noiosamente in un negozio di elettrodomestici. Detto questo, una sera vi ubriacate, come non mai, per festeggiare il momento in cui siete stati malamente lasciati dalla pretenziosa morosa, ma, piccolo particolare, la mattina successiva è quella dell'apocalisse in cui i morti tornano a vivere e hanno una mostruosa fame di esseri umani. Ah dimenticavo, il protagonista è Shaun!Shaun of the dead!
Ambientare un commedia romantica in un contesto dell'orrore, tra l'altro citando la romeriana saga horror per antonomasia, è un un tentativo ad alto rischio di fallimento. Invece "L'alba dei morti dementi" si è fatto strada nella diffidenza sino a diventare un piccolo cult di questo genere ibrido. Da un lato una grossa mano è stata data dalle parole spese da autorevoli protagonisti, su tutti Romero, senza dimenticare Tarantino e Stephen King. Dall'altro però sarebbe riduttivo considerarlo solo un fenomeno mediatico, perchè il film di Wright ha senza dubbio spessore: è una commedia, lontana dall'arida demenzialità di "Scarie Movie", che da nera/nerissima, in perfetto stile british, vive di momenti horror, con qualche tuffetto qua e là nello splatter. Certo la trama non sarà il massimo dell'originalità: risulta facile capire come va a finire il tutto, con qualche minima sorpresina, ma non era quello che doveva colpire.
Il duo comico, affiatatissimo, Simon Pegg (coautore del film)-Nick Frost poi fa il resto grazie alle idiosincrasie e paranoie del primo e l'esilarante fisicità del secondo. Piccola citazione merita l'uso sapiente e spesso divertente delle canzoni in contesti piuttosto atipici per il cinema horror.
Infine credo che qualche parola vada detta sul regista che, salvo cose incredibili, farà parlare di sé. E' molto giovane, si sta servendo di un gruppo di attori che ripropone nei suoi film, oltre a già citato duo Pegg-Frost, e soprattutto è riuscito a crearsi una certa aura autoriale. Per capirci meglio "L'alba dei morti dementi" è il primo capitolo(il secondo è "Hot Fuzz", magari ne parlerò..) della trilogia che lui ha già battezzato "Sangue e gelato". Insomma ha tutti i crismi dell'autore postmoderno, alla Tarantino per intenderci, che, che piaccia o no, cita qua e là, con buon gusto sino ad ora, e che si barcamena tra i generi dando ottimi e originali risultati.
A proposito della Tarantino connection, Wright ha fatto uno dei fake trailer di "Grindhouse", un pò come Rodriguez con "Machete" per rendere l'idea. Eccolo:



Scheda Film

Anno e Nazione: 2004, Gran Bretagna

Adieu

martedì 16 novembre 2010

The Walking Dead

Dopo ben due mesi torno a scribacchiare qualcosa. Stavolta voglio occuparmi di una serie tv, in onda da poche settimane sulla tv satellitare, ovvero "The Walking Dead", giunta oggi alla terza delle sei puntate previste per la prima stagione. Di per se il nome è una garanzia per gli amanti del genere horror, e del sottogenere dei morti viventi di romeriana invenzione. Tratto da una serie di fumetti, la storia è ambientata in un mondo post apocalittico, dove la maggior parte degli esseri umani si è trasformata in putridi e claudicanti morti viventi.
Soltanto una ristretta cerchia di persone si è salvata, e prova in ogni modo a salvar la pelle. Aspetto qualche secondo perchè possiate riflettere un attimo e giungere alla conclusione che la storia non è affatto originale, il richiamo a "28 giorni dopo" è lampante. Già dalle prime immagini, nella quali il protagonista, uno sbirro finito in coma, si risveglia trovando una città totalmente deserta. Ma non finisce qua, pian piano troverà piccoli gruppi di persone trincerate in palazzi deserti, e braccate da orde di zombie. Fotografia e colonna sonora sono un altro istantaneo richiamo al film di Danny Boyle, come il messaggio che viene mandato: a cospetto dell'apocalisse, l'uomo rimane il mostro più pericoloso.
Nonostante ciò sospendo il mio personale giudizio sulla serie, seppur molti elementi mi spazientiscano, ricordo anche l'esigua quantità di sangue versato e i ritmi eccessivamente lenti per il genere, ma tuttavia voglio fidarmi e continuarne la visione.
Frank Darabont, alla ribalta con le storie di King "Il miglio verde" e "Le ali della libertà", è un professionista navigato, e non credo possa accontentarsi di uno sbiadito esercizio di forma troppo simile ad opere precedenti. Mal che vada rimarrà una bella patina, un paio di attori all'altezza, ed una rassicurante storia di morti che camminano.

Questo il link per streaming e download: http://naruto.italian.forum.forumcommunity.net/?t=41446265


Scheda Serie Tv

Anno e Nazione: 2010, USA

Adieu

giovedì 17 giugno 2010

Survival of the Dead

Come promesso ho trovato e visto il sesto capitolo della saga dei living deads, mai uscito in Italia e reperibile solo con sottotitoli, insomma un vero peccato!
Survival of the dead si sviluppa come spin off del capitolo precedente(recensito qui sotto..), tanto che tra i protagonisti troviamo i militari che nel Diary derubano il gruppo di studenti, e che per sfuggire ai morti viventi finiscono su un'isola, Slaughter Island, a largo della Pennsylvania, dove due famiglie rivali, Muldoon ed O'Flynn, si contendono il potere. E' possibile e lecito tenere in vita i morti viventi? Questo è quello che sostengono i Muldoon, che per non perdere contatto con i propri cari preferiscono tenere gli zombie incatenati ma "vivi", dall'altra gli O'Flynn ritengono necessaria l'eliminazione di tutti i non morti. Il capo di quest'ultima fazione verrà cacciato dall'isola e vi ritornerà con l'appoggio dei militari.
Leggendo altre recensioni ho trovato interessante l'aspetto da western che si ritrova in questo film, in effetti gli elementi non mancano, l'isola riporta ad un tempo e società dove la tecnologia non è arrivata, si va in giro con i cavalli, si usano vecchie armi e si portano i classici cappelli da cowboy. Io spingerei la lancetta del tempo, se possibile, ancora più indietro: le famiglie che si fronteggiano ricordano le fazioni in lotta per il controllo di una polis greca, o i clan della romanità. Il vecchio capo degli O'Flynn, che alla testa di un piccolo esercito torna per riprendere il proprio territorio ,ne è un esempio. E credo, per quanto spinto possa essere tale parallelismo, che l'intento di Romero fosse questo, ovvero mostrare l'umanità contemporanea nuda e cruda, di fronte a tale catastrofe, che si ritrova a fare i conti con concetti e valori che nella contemporaneità sono del tutto assodati. Ancora una volta quindi Romero sottopone gli esseri umani ad "esami di umanità", vuole vedere se in un ipotetico stato di natura l'uomo è ancora homo homini lupus, l'esito penso che si possa capire, stiamo parlando di Romero no?

"Nella mia visione della guerra una persona pianta una bandiera, e poi un altro toglie la bandiera e mette la propria. Alla fine nessuno ricorda perchè è iniziata la guerra e si combatte solo per quelle stupide bandiere.."


Scheda Film

Anno e Nazione: 2009, USA

Adieu

mercoledì 16 giugno 2010

Diary of the Dead - Le cronache dei morti viventi

Il quinto capitolo della cosiddetta "saga dei morti viventi" di George Romero, passato del tutto inosservato in Italia, mi ha favorevolmente impressionato.
Un giovane regista con gruppo di studenti sta girando un film horror a basso costo iniziando da una scena classica, una mummia poco aggraziata insegue una donzella in un bosco buio, dopo alcuni pessimi ciak giunge loro una notizia allarmante. Da lì a poco si ritroveranno essi stessi protagonisti, involontari, di un vero horror. Le città sono invase da orde di morti viventi ma per un curioso regista alla prime armi è impossibile spegnere le telecamere, bisogna riprendere tutto a tutti i costi, informare e diffondere, essere l'occhio indiscreto ed imperturbabile di fronte ad un'immane tragedia.
Sin ora ho ritenuto Romero, probabilmente sbagliando, soltanto un regista abbastanza bravo che ha costruito la sua fortuna inserendo nell'immaginario dell'orrore l'imperitura maschera degli Zombie. Nella fase della sua maturità, però, non sembra voler vivere di rendita, ed arricchisce il collaudato immaginario con molti spunti di riflessione, sembra quasi ragionare sul suo cinema e sulle sue creature(gli zombie) che qui riporta ai prodromi, indietro di più di quarant'anni, ai tempi del primo contagio. E' un film nel film, tutto è già stato montato ed è già avvenuto, si intuisce chi si è salvato e chi no sin dall'inizio, perchè a Romero interessa scavare dentro l'essere umano che è spinto a riprendere tutto, che di fronte a qualsiasi tragedia, come un incidente stradale, tende a fermarsi non per aiutare ma per assistere, un testimone interessato ad esserci, e nulla più.
Prende posizione nei confronti della frantumazione dell'informazione, tutti sono allo stesso tempo produttori registi e protagonisti di video che, ogni giorni a milioni, vengono diffusi tramite la rete in tutto il mondo. Si è davanti ad un vero e proprio "culto della ripresa", ciò che non viene ripreso è come se non fosse mai accaduto.
Questi concetti sono ridondanti lungo tutto il film, spesso ripetuti in maniera quasi eccessiva, perchè il concetto deve passare e coinvolgere lo spettatore, in linea con la visione dell'umanità romeriana intrisa, sempre più, di un cosmico pessimismo.
Esiste un sesto capitolo della saga, anche questo non pervenuto in Italia, reperibile con sottotitoli. Darò un occhiata!

"meritiamo di salvarci? ditemelo voi..."

Link film in streaming:

Scheda Film

Anno e Nazione: 2007, USA

Adieu

giovedì 10 giugno 2010

[REC] 2

Esiste ormai l'obbligo, credo non scritto, di dover fare almeno un sequel di qualunque prodotto filmico esca nel mondo, quindi se ci si stupiva dell'esistenza di ben sei "Rocky" vari "Nightmare" e chissà quanti ancora"Saw", stiamo qui oggi a parlare di REC2.
Siamo sempre nello stesso palazzo di Barcellona, sempre sigillato e sorvegliato a vista dalle forze dell'ordine, questa volta tre poliziotti, un cameraman ed un prete esorcista(non è l'inizio di una barzelletta...) vi entrano per capirci qualcosa di più.
Non stiamo qui a dire come finirà, alzi la mano chi non si è fatto un'idea, però è evidente come il sequel abbia perso la freschezza e istantaneità che il primo capitolo offriva. Nulla di nuovo insomma, gli pseudo zombie corrono sempre("28 giorni dopo" docet...) e spuntano all'improvviso nella penombra o ti ricorrono sulla tromba delle scale, la trama è arricchita banalmente dalla storia della possessione, tanto che qualche mostriciattolo comincia a camminare, testa in giù, sui soffitti(T'oh! l'esorcista!), e dulcis in fundo i protagonisti che una volta trovato ciò che cercavano lo fanno banalmente cascare a terra, manco fossimo in una puntata dei Simpsons o Mr.Bean.
Non ci si spaventa, a meno che non si abbia idea di cosa capiti nel primo capitolo, e la storia fa acqua da più parti. Fortunatamente la durata del film è piuttosto ridotta(solo 80 minuti) senza mandarla troppo per le lunghe.
Infine pessima notizia: il finale lascia spunti per un sequel, questo si che fa PAURA!!


Scheda Film

Anno e Nazione: 2009, Spagna

Adieu