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lunedì 24 ottobre 2011

Red State

In un tranquilla cittadina americana tre giovani studenti dall'ormonella facile cadono nel trabocchetto di un'appuntamento di fuoco con un'aitante milf che promette loro di soddisfarli in gruppo. Dietro l'appuntamento bluff si nasconde una setta religiosa cristiana che si prende un pò troppo sul serio, tanto da voler uccidere i peccaminosi adolescenti. In seguito, più per casualità che per volontà( e dico casualità perchè lo stacco è un pò forzoso), un nucleo dell'FBI si ritrova ad assediare la casa degli orrori della famiglia Cooper, guidato da un generoso John Goodman(sempre bravo, invecchiato e dimagrito) che, tra molti dilemmi, deve far fronte alla richiesta dei suoi capi di rastrellare e uccidere tutti.
Prima di esprimere giudizi(sono qui per questo) bisogna fare un pò di ordine per orientarsi meglio. Kevin Smith si cimenta, a occhio pensoper la prima volta, in un genere assolutamente lontano dalla commedia, dove, dall'arciconosciuto "Clerks"(&figli) in poi, ha recitato un ruolo da capoccia. Parlavo proprio di genere in quanto "Red State" è un ibrido tra varie cose con un risultato non facilmente classificabile: horror nella prima parte, seguendo pò il filone torture, in seguito l'azione diventa protagonista tra sparatorie e adrenalinici inseguimenti, con un finale da film impegnato, anzi impegnatissimo, politicamente. Il miscuglio però può disorientare, per questo un pò stupisce di provare empatia verso quelli(la setta religiosa) che prima ti sembravano i "cattivi", e al contrario quelli(la police) che vengono per salvare baracche e baracchette in seguito si comportano da infami.
Il tutto mi ha disorientato così tanto che non riesco a capire se il film di Smith è buono, e in questo influisce soprattutto un ottimo cast con in testa il verboso Michael Parks nella parte de pastore di anime, il già citato Goodman, e la Melissa Leo illuminata dal Signore. Oppure è solo un film molto furbetto, della serie:"Tanto casino, un finale politico per far l'alternativo, e te ne esci pulito pulito."
Ecco magari il vero oggetto del contendere è proprio tutta la parte finale, quella impegnata politicamente per intenderci. Smith utilizza un tema caldo e attuale, da un lato una setta religiosa ultra cristiana, omofoba come poche, che in nome di Dio prende in mano un fucile; dall'altro lo Stato, colui che il fucile lo imbraccia per mestiere, e che ogni tanto(ogni tanto?) la mano se la fa pure scappare. Di mezzo c'è l'America di oggi, quella che vive ancora il trauma dell'11 settembre, quella che ripropone un maccartismoin salsa da terzo millennio. Da che parte stare? Smith, un sincero democratico(ahi!ahi!ahi!), una posizione la prende in quanto la sua è una critica a uno stato rosso(repubblicano), ma ci si domanda: ha per questo ragione? Beh, credo di no. Ma apprezzo il tentativo, adorabile Silent Bob!



Scheda Film

Anno e Nazione: 2011, USA

Adieu

mercoledì 31 agosto 2011

Second Name

Daniella Logan è un'entomologa, pochi giorni prima del suo compleanno il padre Theodore, ricco uomo d'affari, si suicida sparandosi un colpo in testa senza apparenti motivi. La figlia comincia così una lunga ricerca che provi a spiegare un gesto così clamoroso, finirà per scoprire segreti terribili che riguardano la propria famiglia, ed il ricco ambiente nel quale è cresciuta.
Paco Plaza, colui che insieme a Jaume Balaguerò confezionò lo straconosciuto "[REC]", non si cimenta in un horror chiassoso e sanguinolento bensì un thriller ben intrecciato nella trama, dai ritmi piuttosto cadenzati, che crescono sino a sfociare in un finale molto drammatico e spiazzante. Le ambientazioni: ospedali psichiatrici, chiese, sagrestie e cimiteri, rendono il tutto molto cupo e claustrofobico. La ricerca della protagonista sconvolge del tutto il ruolo della famiglia in cui è cresciuta, annullando ogni forma di sicurezza;Il secondo nome, non luogo in cui risiede il male, il peccato originale che, a distanza di anni, torna implacabile a farsi sentire. Il regista propone una dura critica alla Spagna ultra cattolica delle sette occulte che terreno fertile trovano nell'opulenta borghesia d'affari. In seguito un'interesse simile verrà proposto anche in"[REC]2", nell'occasione si occuperà di satanismo, ma con risultati piuttosto banali e deludenti.


Scheda Film

Regia: Paco Plaza
Anno e Nazione: 2002, Spagna

Adieu

mercoledì 14 luglio 2010

Borderland - Linea di confine

Prologo: due poliziotti messicani si trovano in una villa disabitata, in realtà gli abitanti ci sono e non sono affatto amichevoli. Uno dei due viene brutalmente torturato ed infine ucciso davanti agli occhi del collega Ulises. Dopo i titoli di testa è passato un anno dal fatto, e tre giovani americani attraversano la frontiera per una vacanza tra funghi allucinogeni e fascinose bariste. Non tutto andrà per il verso giusto, il più giovane di loro viene aggredito e rapito da misteriosi personaggi. C'è qualcosa che unisce le due storie.
Un horror/thriller basato su una storia vera, quella del serial killer Adolfo de Jesus Costanzo, che verso la fine degli anni ottanta era a capo di una setta che sequestrava malcapitati per poi sacrificarli in onore di una divinità che donerebbe loro l'invisibilità. I giovani americani vengono catapultati in quello che è forse l'incubo recondito di in ogni americano all'estero: trovarsi in una terra senza legge, dove anche le autorità sono piegate alla malavita, in special modo in quel lembo di terra di confine tanto drammatico e problematico per l'America di ieri e di oggi.
I rifermenti cinematografici appaiono istantanei, la storia dei ragazzi in vacanza che finiscono dentro qualcosa più grande di loro è già stata ampiamente mostrata in "Hostel", le torture sono alla base della saga di "Saw - l'enigmista" e di buona parte dell'ultimo cinema horror francese(con ottimi risultati, e ci tornerò!). Le idee non sono di primo pelo, ma non si scade nel "del tutto già visto". Il regista Zev Berman(a me, e penso a molti, alquanto sconosciuto) dopo un inizio forte e truculento abbassa di colpo il ritmo mostrandoci la storia di amicizia, per poi rialzarlo, caricandolo di suspence ed attese portando via via ad un finale nuovamente truculento e movimentato, ma in buona parte banale. Originali le riprese e la fotografia.
Buono per una calda serata estiva.

"Esto no es el Mexico, esta es la frontera!"


Scheda Film

Regia: Zev Berman
Anno e Nazione: 2007, USA

Adieu