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domenica 16 ottobre 2011

S1m0ne

"E se sostituissi le bizzose e pretenziose attrici cagne con il prototipo dell'attrice perfetta? Il meglio della Loren, la Garbo, la Hepburn e chi più ne ha ne metta". Questa la riflessione che balza alla mente di Viktor Taransky, un regista ormai sul lastrico alla continua ricerca di quello che possa essere il suo primo grande successo cinematografico. L'opportunità nasce quando un genio folle e sul punto di morte gli propone un programma in grado di creare la sua attrice perfetta. Il nome della celestiale creatura è S1m0ne, e come da titolo, figlia del sistema binario che muove il mondo informatico, il suo successo va oltre ogni limite pensabile e i fan di tutto il mondo impazziscono per qualcosa che semplicemente non c'è.
Andrew Niccol è un regista che mostra una certa confidenza quando si ha a che fare con realtà virtuali e fantascienze umane, vedi la direzione di "GATTACA" all'esordio nel 97, "In Time" ormai in rampa di lancio, e la sua presenza tra gli sceneggiatori di "The Truman Show". In questo contesto "S1m0ne" è una commedia che propone spunti interessanti di riflessione sul divismo e le prospettive del cinema in temi di super tecnologie. Vedere migliaia di persone partecipare deliranti ad un concerto di una star fatta di pixel è uno dei momenti di massima ironia a riguardo. A pensarci bene magari anche un pò drammatico, in quanto S1m0ne è la "morte del reale", come essa stessa di definisce.
In un mondo "usa e getta" l'unica diva che non subirebbe l'usura del tempo e vicissitudini private potrebbe essere solo una S1m0ne. La figura di S1m0ne, eterea celestiale e volutamente poco vera, è per Taransky, un Al Pacino in discreta forma, il pass per il successo ma anche il suo limite più grande, difficile affrancarsi da una star cotanto apprezzata, ancora più difficile sbarazzarsene. Qualsiasi cosa lei faccia, più che altro le fa fare il suo pigmalione, va bene ad un pubblico massificato ormai appiattito, inebetito e del tutto privo di senso critico.
Niccol appare divertito nel giocare con questi temi, e a tratti riesce anche a divertire, costruendo un commedia intelligente, e perchè no, anche profetica sul cinema di domani(e oggi).
Ok, nessun capolavoro in vista, anche qualche pecca per un finale un pò tirato per le orecchie, ma niente male per un regista non molto prolifico, ricordo anche l'ottimo "Lord of War", ma senza dubbio interessante.



Scheda Film

Anno e Nazione: 2002, USA

Adieu

mercoledì 16 giugno 2010

Diary of the Dead - Le cronache dei morti viventi

Il quinto capitolo della cosiddetta "saga dei morti viventi" di George Romero, passato del tutto inosservato in Italia, mi ha favorevolmente impressionato.
Un giovane regista con gruppo di studenti sta girando un film horror a basso costo iniziando da una scena classica, una mummia poco aggraziata insegue una donzella in un bosco buio, dopo alcuni pessimi ciak giunge loro una notizia allarmante. Da lì a poco si ritroveranno essi stessi protagonisti, involontari, di un vero horror. Le città sono invase da orde di morti viventi ma per un curioso regista alla prime armi è impossibile spegnere le telecamere, bisogna riprendere tutto a tutti i costi, informare e diffondere, essere l'occhio indiscreto ed imperturbabile di fronte ad un'immane tragedia.
Sin ora ho ritenuto Romero, probabilmente sbagliando, soltanto un regista abbastanza bravo che ha costruito la sua fortuna inserendo nell'immaginario dell'orrore l'imperitura maschera degli Zombie. Nella fase della sua maturità, però, non sembra voler vivere di rendita, ed arricchisce il collaudato immaginario con molti spunti di riflessione, sembra quasi ragionare sul suo cinema e sulle sue creature(gli zombie) che qui riporta ai prodromi, indietro di più di quarant'anni, ai tempi del primo contagio. E' un film nel film, tutto è già stato montato ed è già avvenuto, si intuisce chi si è salvato e chi no sin dall'inizio, perchè a Romero interessa scavare dentro l'essere umano che è spinto a riprendere tutto, che di fronte a qualsiasi tragedia, come un incidente stradale, tende a fermarsi non per aiutare ma per assistere, un testimone interessato ad esserci, e nulla più.
Prende posizione nei confronti della frantumazione dell'informazione, tutti sono allo stesso tempo produttori registi e protagonisti di video che, ogni giorni a milioni, vengono diffusi tramite la rete in tutto il mondo. Si è davanti ad un vero e proprio "culto della ripresa", ciò che non viene ripreso è come se non fosse mai accaduto.
Questi concetti sono ridondanti lungo tutto il film, spesso ripetuti in maniera quasi eccessiva, perchè il concetto deve passare e coinvolgere lo spettatore, in linea con la visione dell'umanità romeriana intrisa, sempre più, di un cosmico pessimismo.
Esiste un sesto capitolo della saga, anche questo non pervenuto in Italia, reperibile con sottotitoli. Darò un occhiata!

"meritiamo di salvarci? ditemelo voi..."

Link film in streaming:

Scheda Film

Anno e Nazione: 2007, USA

Adieu