Nella New York degli anni 30’ della rivoluzione fordista, del fiorente cinema “all’americana”*, dei bar post proibizionismo, dei porno-amatoriali proiettati in bordelli bui e fumosi, la famiglia Tempio si stringe nel dolore per la prematura morte di Johnny, il terzo e ultimo fratello di una famiglia malavitosa italoamericana. La lunga veglia del funerale(“The Funeral”, il titolo originale) è l’occasione per meditare sulla vendetta per l’assassinio e, al tempo stesso, un momento per scavare tra le pieghe oscure del sacro nucleo familiare.
“Fratelli”
ha ben poco del classico gangster movie o mafia movie, che dir si voglia. Non
ci troviamo di fronte alla genesi, apice e fine di un impero malavitoso, con
traffici illeciti che spostano vagonate di dollari.
Siamo ben lontani dallo
spaccato, tanto ironico quanto geniale, di “Quei bravi ragazzi” di Scorsese, o
dalla saga criminale più famosa del cinema che mi par superfluo citare. Questo improprio
gangster movie di Abel Ferrara è il più classico e terribile dramma familiare
che si declina col passare dei minuti prestando tante buone facce ai diversi
personaggi, con Chris Penn(Pace all’anima sua! divino!)e Vincent Gallo sugli
scudi, nel quale i diversi soggetti si muovono autonomamente e
inconsapevolmente verso la distruzione. Ray, il fratello più grande, è un uomo
freddo e determinato che trova la sua unica ragione di vita nella vendetta
per la morte di Johnny. Chez, il fratello mediano, è un uomo apparentemente
gioviale e pacioso ma tanto fragile
psicologicamente da diventare folle. Johnny, il fratello defunto, è un
carattere idealista e ribelle, vicino alle istanze operaie, che non disdegna la
bella vita tanto da cacciarsi nei guai. («Quel fanatico di tuo fratello, anarchico
e puttaniere!»– « No, no, no… Johnny era comunista.»).
A queste individualità maschili troviamo come
contraltare le donne: le mogli, che rimangono a casa consce dei mariti
fedifraghi, forti e unite, razionali ma impotenti e rassegnate davanti alla
natura ribelle e ferina dei loro uomini. («Sant’Agnese… è la protettrice della
purezza.» – «Tu le sei devota?»– «No, sta lì solo per ricordarmi cosa succede a
chi dice di no.»).Su questa
spaccatura Ferrara mette in scena il dramma della “Famiglia” per antonomasia, oramai
annientata. Posiziona da una parte le positive figure femminili e dall’altra
quelle negative torbide e insensate dei suoi personaggi maschili che operano in
nome di Dio, seguendo una personale giustizia privata e divina. Appare chiaro a
tutti dove risieda il “Giusto e Razionale” di questa storia, ma il fatto è che,
lo si voglia o meno, questi rimangono solo ed esclusivamente degli “affari da
uomini”… Un po’ come quella porta che, inesorabile, si chiude davanti agli
occhi di Kay nel finale di un famoso film…
*Il riferimento è al film proiettato tra le prime immagini "The Petrified Forest" del 1936 di Archie Mayo, con Bette Davis e un giovane Humphrey Bogart
Scheda film
Regia: Abel Ferrara
Anno e Nazione: 1996, USA
Main Characters: Christopher Walken, Chris Penn, Vincent Gallo, Annabella Sciorra, Isabella Rossellini, Benicio Del Toro
Adieu
Un film stupendo, che non vedo da qualche tempo, con degli attori in stato di grazia.
RispondiEliminaUnico, nel suo (non) genere.
Un film incredibile, tra i più intensi mai realizzati da Ferrara.
RispondiEliminaNon lo vedo da anni, ma mi hai fatto venire voglia di rispolverarlo.
Rivederlo a distanza di anni mi ha dato un effetto sconvolgente.. film assolutamente notevole, riapprezzatelo!
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