venerdì 21 ottobre 2011

L'Alba Dei Morti Viventi

"Quando all'inferno non ci sarà più posto, i morti cammineranno sulla terra!"

Questo mi mancava. Proprio così, non so per quale motivo ma il remake del secondo capitolo della saga dei morti viventi di Romero lo avevo proprio ignorato. Ma siccome il tempo a volte cura anche queste magagne eccomi qui a parlare de "L'alba dei morti viventi" di Zack Snyder.
Riguardo alla trama non voglio tirarla troppo per le lunghe: la solita epidemia trasforma i morti in non-morti affamati di carne umana, e sin qui non ci piove. L'infermiera Ana, dopo esser sfuggita al tentativo di attacco da parte del marito zombie, e dopo una serie di scene piuttosto movimentate, finisce per rifugiarsi in un mega centro commerciale insieme ad un altro gruppo di desperados. Le vaste opportunità di sopravvivenza che può offrire un'ospizio del genere vengono sfruttate dai nuovi inquilini per riuscire a sopravvivere senza grandi problemi. Quando però l'assedio da parte dell'orda di non morti si fa troppo oppressiva non rimane che fuggire ancora una volta.
Per cominciare è giusto che esprima il mio parere sui remake: se non c'è niente di nuovo o di interessante da proporre credo che non ci sia motivo per togliere la quiete ai defunti. Nonostante questo ammetto di aver accolto con favore il fedele remake di "Non aprite quella porta" e l' "Halloween" più personale di Rob Zombie. Il film di Snyder è di quel periodo, e rimane in linea con il genere, non troppo fedele all'originale ma nulla di troppo rivoluzionario.
Siamo lontani dai messaggi anarchici e pessimisti che il vecchio Romero lanciava tramite i suo zombie, sguardi acidi gettati su un'umanità sempre più cieca e massificata. E proprio il grande mall (per dirla inglish) dell'originale di Romero, in cui i sopravvissuti si rifugiavano e i non morti si accalcavano, nel remake di Snyder perde la radicalità simbolica che aveva negli anni 70'.
I tempi sono cambiati, il mall non è più il simbolo del capitalismo massificante, o quantomeno lo è sempre ma in forma annacquata. E siccome adesso siamo nel millennio successivo lo stesso mega centro commerciale diventa il luogo in cui i sopravvissuti, come catapultati in un enorme "The Sims", sperimentano forme di convivenza in tempi di catastrofe, e quindi: si mangia, si dorme, si fa sesso, si litiga, si gioca e si instaurano nuove forme di socialità.
Ecco questa è la particolarità del remake firmato da Snyder, che resosi mestamente conto dell'inutilità di ampliare l'immaginario dei suoi zombie, che corrono come in 28 giorni dopo e sono stupidi come sempre, di converso amplia quello sugli umani alle prese con i non morti. Alla fine il giochino funziona pure abbastanza bene, magari le storielle personali non sono niente di mai visto, ma in particolare la relazione a distanza da tetto a tetto mostra spunti interessanti. Per il resto tutto inizia e finisce come in tanti, quasi tutti, i film del genere, che il regista omaggia con qualche cameo da aficionados, su tutti Tom Savini(storico truccatore di Romero) e Ken Foree(tra i protagonisti dell'originale). Infine piccola citazione per l'intro ma soprattutto per il neonato zombie, una zozzeria che mi è piaciuta tantissimo!!

Scheda Film

Anno e Nazione: 2004, USA

Adieu

1 commento:

  1. Me lo ricordo abbastanza bello, ma è anhe vero che l'ho visto parecchio tempo fa! Saluti

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