mercoledì 24 agosto 2011

In the market

In una calda estate due ragazze ed un ragazzo decidono di fare un viaggio all'insegna della spensieratezza e del divertimento, unica tappa definita il concerto della rockband GTO. Fermatisi ad una stazione di servizio incappano in una rapina che li lascia senza soldi e beni di prima necessità. L'unica soluzione appare accamparsi dentro un market che sta per chiudere e lì passarvi la notte per rifocillarsi. Se in un primo momento l'idea appare esaltante ben presto si scopre che il luogo non è del tutto disabitato...
Udite udite siamo di fronte ad un horror italiano! no, che non si scomodino gli oramai sbiaditi(gli anni passano) Dario Argento o Pupi Avati(per citare quelli viventi), questa volta ci si è spinti sino ad una piccola produzione a basso costo con attori alle prime armi e un sottogenere horror, quale il torture porn, che in salsa italiana non si vedeva da un pezzo. L'opera prima del giovanissimo Lorenzo Lombardi(nemmeno 25enne) è un prodotto senza dubbio innovativo nell'arido contesto italiano, anche se alcune pecche importanti vengono fuori e abbassano di molto la media. Ma andiamo con ordine: nella prima parte è ben sfruttata l'ambientazione on the road fatta di lunghe strade statali, in un su e giù collinoso, che alterna bene la sensazione di leggerezza all'inquietante svolta che sta per colpire i protagonisti. La scelta del non luogo tra centro Italia e highway americane appare invece deboluccia, le targhe americane delle macchine si alterano a un'autoradio che trasmette in spagnolo e le insegne della stazione di servizio in italiano, per dirla tutta un potpourri che non funziona affatto! Altra pecca importante è il tentativo piuttosto didascalico di tarantinizzazione dei dialoghi, il materiale umano(attori) è a un livello minimale e i tempi delle battute che guardano ai mitici dialoghi non sense di "Pulp Fiction" e "Le Iene" vanno a farsi benedire. Anche le strizzatine d'occhio tipiche della postmodernità di Tarantino rimangono vuote e decontestualizzate; la reiterazione con la quale vengono citati "Hostel", "Vacancy" e perfino "Psycho" non porta incisività ai dialoghi. Continuo un pò con gli elementi negativi per poi riscattare il finale, per tal motivo dico che: se fai un film di questo genere non puoi non escludere l'elemento truculento. Bene per quasi un'ora non cade goccia di sangue alcuna, ne si intravedono teste mozzate... ciò è molto grave!
Avevo promesso il riscatto finale: una volta caduta la benedetta goccia di sangue il film entra appieno nel genere, il peccato è che manchino solo 30 minuti di film. Nonostante ciò il tutto diventa godibilissimo, esce fuori l'unico ottimo attore del film ovvero Ottaviano Blitch(si, esatto la voce fastidiosa di Virgin Radio) che nella parte del cattivo sadico filosofo dotto elargisce massime sulla vita ed espressioni da schizzato che nulla hanno da invidiare a tanti altri cattivi del cinema. Il finale regala anche un piccolo sussulto e l'ultima mezz'ora riscatta molte delle pecche iniziali. Personalmente avrei insistito sull'ambientazione italiana per rendere l'incubo ancora più vicino di quanto lo si possa pensare; ho trovato interessanti anche alcuni spunti, nel finale, in cui la carne viene utilizzata come chiave di critica al sistema capitalista delle grandi distribuzioni, ma anche qui si sarebbe potuto approfondire.
In definitiva l'opera prima è molto buona, considerando anche il genere e il budget, se togliesse di mezzo una pessima utilizzazione di Tarantino ed ampliasse gli echi pessimisti di Romero, Lorenzo Lombardi potrebbe davvero rinverdire la veneranda tradizione dell'horror italico.


Scheda Film

Anno e Nazione: 2009, Italia

Adieu

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