
Nell'attesa che esca "Drive", ultima fatica di Nicolas Winding Refn prevista per il 30 Settembre, propongo la recensione di "Bronson", pellicola che ha esaltato la settima arte del regista danese.
"Bronson" è la storia(vera) del criminale più famoso del Regno Unito Michael Peterson, che ha scontato più di trent'anni di reclusione quasi interamente in isolamento, nessun omicidio a suo carico ma tante tante scazzottate con secondini e colleghi di cella. Refn evita di raccontare la storia di Peterson con piglio documentaristico e al contrario ne esalta quasi all'inverosimile una personalità ricca di spunti eccentrici e originali, nel look quanto nei modi.

La violenza ha un ruolo di assoluta centralità nella poetica cinematografica di Refn, in questo caso particolare è una violenza ferina vitale e quasi liberatoria, senza falsi moralismi, mezzo di ribellione alle rigide logiche della società inglese del Tatcherismo. A riguardo in una recente intervista raccolta in occasione dell'uscita di "Drive" il regista danese ha ribadito questo concetto, affermando che l'arte di per sè è già un atto di violenza, e che il cinema in particolare, essendo basato sulle emozioni, non può evitare di descrivere la più estrema tra tutte.
Voglio omaggiare il film con una tra le scene più interessanti per resa visiva e simbolica.
Buona Visione.
Link Streaming: http://www.cineblog01.com/bronson-sub-ita-2009/
Anno e Nazione: 2009, Gran Bretagna
Adieu
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