venerdì 2 dicembre 2011

La Cosa - 2011

Quando qualche mese fa recensii "La Cosa" di John Carpenter salutai con poco favore la realizzazione del prequel, scrivendo così: "notizia di questi tempi è che in rampa di lancio c’è il prequel ambientato nell'accampamento norvegese. Pazienza! Il meccanismo prequel/sequel/remake/reboot sembra aver fagocitato anche La Cosa…".
Beh, per quanto snob fosse il mio giudizio, davvero non intravedevo nulla di positivo in una operazione del genere, e invece...
Siamo sempre in Antartide nel 1982, un gruppo di ricercatori norvegesi trova una navicella spaziale intrappolata tra i ghiacci da milioni di anni, dentro di essa viene rinvenuta una creatura aliena dall'aspetto mostruoso, apparentemente morta. Per completare le ricerche che potrebbero dare risultati rivoluzionari chiedono l'ausilio di una giovane paleontologa e un paio di elicotteristi americani.
Tornati nel campo di ricerca cominciano i festeggiamenti per la straordinaria scoperta, soltanto che la creatura non è affatto morta...
Davvero ottima la prova del semisconosciuto regista olandese Matthijs van Heijningen Jr.(pure questo per scriverlo devo copiaincollarlo) alle prese con il prequel di uno dei migliori lavori di Carpenter, ambientato temporalmente tre giorni prima rispetto al capitolo del 1982. Per non scontentare gli aficionados il regista sceglie la strada dell'usato sicuro, rendendosi il più possibile aderente alla fattura visiva carpenteriana, seguendone anche il senso del messaggio di fondo, nonostante potesse scegliere la strada di una certa autonomia narrativa in quanto non si trattava di un remake. Ripropone e accentua l'intricato meccanismo di sospetti che già nell'opera di Carpenter veniva proposto, che rappresentò uno degli spunti di novità rispetto a "La Cosa" di Howard Hawks del 1951, diventata ormai "nonna", nella quale la dialettica del gruppo, che finiva per sfaldarsi tra mille sospetti reciproci, era un tema soltanto accennato.
Merita poi uno spazio particolare sua maestà La Cosa che in questo nuovo capitolo non viene stravolta nell'estetica e nel carattere, anzi, grazie agli effetti visivi che il cinema di oggi permette, è ancora di più un'assoluta protagonista, sempre in forma multi tentacolare, multiforme e maledettamente orrorifica.
Insomma van Heijningen Jr. se la cava tutto sommato bene, rischiando il meno possibile, permettendosi soltanto un finale un pò più fantascientifico, con chiari influssi del buon"Alien" e cinema di genere. Nel nutrito cast di attori spicca la super onnisciente paleontologa interpretata dalla bella Mary Elizabeth Winstead("Grindhouse") che si barcamena con sapienza in mezzo ai tanti biondi, tra questi mi hanno divertito non poco i rozzi norvegesi che non capivano un'H di inglese.
Detto questo non voglio porre limiti ad un sequel o remake che si voglia, questo è andato bene, il prossimo chissà...



Scheda Film

Anno e Nazione: 2011, USA

Adieu

2 commenti:

  1. Ah vedi!
    La tua per ora è l'unica recensione positiva che ho letto. Mi era praticamente passata la voglia di andarlo a vedere, invece magari giusto per curiosità un'occhiata ce la do. L'originale di Carpenter, per la cronaca, l'ho appena rivisto e mi è piaciuto tantissimissimo...

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  2. Proprio perchè hai visto da poco quello di Carpenter troverai molte analogie, rimane molto fedele all'idea. Chiaramente non è un capolavoro ma l'ho trovato guardabilissimo!

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