martedì 6 luglio 2010

La rivincita di Natale


"È lecito non vendicarsi? Non vendicarsi avvelena l’animo almeno quanto vendicarsi, se non di più". - Emile Cioran -

Con questa citazione si apre il sequel di "Regalo di Natale" , diciotto anni dopo il primo capitolo, seguita dalle immagini dell'ultima mano, quella decisiva per i destini dei protagonisti. Siamo ancora a Bologna in prossimità di un altro Natale, Franco(Abatantuono) vive una vita agiata da proprietario di moderne multisale in Lombardia, e la sua storia è ormai leggenda. Viene a sapere "casualmente" che l'amico Lele(Haber) è gravemente malato, ad informarlo è un curioso medico chirurgo appassionato di poker e con un moglie bellissima. Ugo(Cavina) tra mille peripezie giudiziarie lavora come cameriere, e con difficoltà tira a campare. L'avvocato Santelia(Delle Piane) continua la vita di sempre, mai insensibile al fascino femminile. Perchè non continuare quella famosa partita? Perche non chiudere definitivamente i conti la notte di Natale?
Avati dispone ancora dello stesso cast di diciotto anni prima, e sembra che il tempo da allora si sia fermato, qualche capello bianco in più ma sempre le stesse facce, stessi vizi e debolezze. E' ormai chiaro il meccanismo in due punti: 1) mai nulla accade per caso 2) nulla è mai come appare.
L'intreccio di amicizie e tradimenti rimane originale e per nulla usurato dal tempo, mostra nuovi ed inattesi scenari in un perfetto meccanismo di attese e suspence.
Il tavolo verde è un magnifico mondo dove la frustrazioni della vita possono essere annullate, dove possono essere rovesciati gli alienanti meccanismi sociali ed economici nei quali si vive, essere finalmente protagonisti, sognare il "grande colpo".
Questo è, in sintesi, il filo conduttore, la ragion d'essere, del duello rusticano giocato a colpi di Re e Regine tra quelli che si suole raccontare come buoni amici.
In definitiva un gran bel sequel, per nulla inferiore al primo capitolo. Una gran prova per Pupi Avati che a quasi vent'anni di distanza ci racconta una Italia cambiata nel conio ma non nei sentimenti, con quello sguardo malinconico e pessimista sul valore dell'amicizia e dell'amore. Tipico di chi ci crede veramente(?).


Scheda Film

Regia: Pupi Avati
Anno e Nazione: 2004, Italia

Adieu

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